L’estremo sud della tratta, nei pressi del villaggio Mæla, corrisponde al punto di mezzo della Helegandskysten – la strada turistica costiera che va da Holm a Godøystraumen – ovvero quello in cui viene generalmente divisa: sopra c’è la Helgelandskysten Nord, sotto la Helgelandskysten Sud.
È anche il punto in cui la Fv12 che proviene dall’interno, in particolare da Mo i Rana, si innesta nella Helgelandskysten (Fv17).
In altri termini, per raggiungere l’inizio dell’itinerario abbiamo a disposizione due vie: quella proveniente da Sud, ovvero risalendo la Helgelandskysten con la sua abbondanza di traghetti, e quella che giunge da Est, ovvero dalla più interna E6.
Mæla-Kilboghamn
Il tratto tra Mæla e Kilboghamn, che incontra piccoli villaggi, manciate di case o poco più, come Flostrand, Sila, Røytvik, Stokkvågen, Haugland, Bratland, Aas, Øresvik, viaggia quasi esclusivamente lungo la costa. Per questo è ricca di aperture e panorami sulle migliaia di isole che si sparpagliano davanti al tramonto.
Tra i punti notevoli si segnalano Hellåga, un’area di sosta “targata turistveger” con servizi igienici, tavolini di pietra poggiati sulla roccia e una scalinata che scende all’acqua. Poco più avanti Grønsvik Kystfort, una collina rocciosa che conserva reperti bellici affiancata da un museo e un’area di sosta. Subito dopo un altro parcheggio invita a fermarsi nel punto panoramico Kleivhalsen.
Segue un lungo tratto costiero tra i pochi villaggi e qualche porticciolo, mentre nella parte finale, la strada lascia la costa Ovest e si sposta verso Est. Raggiunge la costa interna a Øresvik per scendere poi all’imbarco di Kilboghamn.
Traghetto Kilboghamn – Jektvik
Questo è il traghetto che supera la linea del nel Circolo Polare Artico.
L’attraversata è di circa 20 km e dura poco più di un’ora. Alcune corse includono una tratta aggiuntiva “su richiesta” verso Sørfjorden.
Fin da subito si capisce che si tratta di un viaggio “speciale”: il traghetto è bello e dotato di ampi ponti panoramici mentre lo scenario è sontuoso, con quei suoi 360° di montagne e isole che spuntano dalla distesa d’acqua.
A metà dell’attraversata sui ponti si moltiplicano le persone che guadagnano i parapetti, le mani che indicano e gli scatti fotografici: il traghetto sta lambendo la piccola penisola sulla quale si erge la classica gabbia sferica di metallo che stilizza il Globo e che segna il passaggio della latitudine 66°33’39”, il Circolo Polare Artico.
Una preventiva controllata agli orari di partenza, che variano in base alla stagione e tra giorni feriali e festivi, aiuterà a ottimizzare il cronoprogramma delle attività giornaliera.
Jektvik-Ågskardet
A Jektvik si riprende la Helgelandskysten per una trentina di chilometri. La bella strada offre parcheggi per rapide escursioni tra acqua e rocce – come quello di Kistastraumen che fa accedere alla baia di Dragvika – e aree di sosta panoramiche, come quella di Lislvika, coi suoi bei tavolini coperti per il picnic, che si affaccia sul Tjongsfjorden. Ma è probabile che si preferisca non attardarsi troppo, in modo da raggiungere Ågskardet dove è necessario imbarcarsi di nuovo per proseguire.
Traghetto Ågskardet – Forøy
L’attraversata che ci aspetta sarà molto più breve e spettacolare di quella che ci ha condotto nel Circolo Polare Artico. In compenso, oltre ad avere corse frequenti, ci fa assaggiare la vista dello Svartisen, il ghiacciaio che incombe sull’area, secondo ghiacciaio norvegese per estensione, e che mostra alcune delle sue lingue gelate spuntare da sopra l’Holandsfjorden.
Forøy – Glomfjord [Fykanvatnet]
Sbarcati a Forøy ci manca ancora una mezz’oretta di viaggio per coprire i 30 km che ci portano a destinazione, nei pressi di Glomfjord. In realtà non servirà arrivare a Glomfjord ma dovremo girare prima, seguendo una stradina che si apre tra due tunnel e che ci porta al Fykanvatnet e a quel suo intorno ricco di bellezze e di tentazioni escursionistiche.
Prima però c’è tempo per fermarsi a Braset, punto notevole segnalato lungo la turistveg, dal quale ammirare il sorprendente braccio dello Svartisen, l’Engabreen, che scende quasi a toccare l’acqua.
Se la vista non basta ma si vuole andare a toccare quella lingua di ghiaccio, durante la bella stagione si può approfittare del traghettino che parte da Holandsvika, attraversa il fiordo e fa sbarcare sulle sponde dello Svartisvatnet. Due chilometri di camminata e si può allungare la mano sul ghiaccio blu dello Svartisen.
Il punto di imbarco è poche centinaia di metri dopo Braset ed è corredato di un comodo parcheggio gratuito dove lasciare il camper.
Ancora qualche centinaia di metri ed ecco una nuova area di sosta (Holand), questa volta attrezzata di tavolini per il picnic con vista sul ghiacciaio, servizi igienici, ufficio di informazione turistica, un piccolo parco e un vistoso monumento.
Fykanvatnet e dintorni: verso i Parchi e il ghiacciaio
Ripartiti dalle soste panoramiche, mancano 10 km di morbide curve che costeggiano la parte terminale dell’Holandfjorden e i 7 chilometri e mezzo dello Svartistunnelen. Appena fuori dal tunnel si deve imboccare a destra la stradina che costeggia il Fykanvatnet.
Teoricamente siamo arrivati ma da un certo punto di vista inizia adesso la parte più esplorativa e ricca di offerte escursionistiche dell’itinerario. Inoltre dobbiamo decidere dove spegnere definitivamente il motore, visto il numero di potenziali punti adatti alla sosta notturna.
Prima di decidere il da farsi, il consiglio è quello di arrivare e di valutare sia orario e luce naturale ancora disponibile, sia le condizioni atmosferiche, sia soprattutto lo stato di manutenzione della stradina che, una volta costeggiato il lago, si infila di nuovo tra i monti.
Se avete fatto una sosta all’area di sosta Holand è probabile che abbiate consultato curiosi i pannelli informativi che illustrano le attrazioni della zona e che, nella porzione che riguarda questa stradina chiamata Mountain Road (Fjellveien), vi siate imbattuti nella frase “good asphalted road 8 km into the mountains to Namnlaus heights or the Holmvassdammen. Good parking at the end of the roads”.
Tutto giusto, ma alla “good asphalted road” non credeteci!
La strada, che è una strada privata di proprietà della società che gestisce le dighe ma ad accesso libero, è solo parzialmente asfaltata, i due tunnel che attraversa sono privi di illuminazione e soffrono di numerose infiltrazioni con il risultato che il fondo è tempestato di buche mentre i pannelli di rivestimento delle pareti, se ci sono, si accartocciano e si staccano.
Se è troppo tardi oppure il tempo o lo stato della strada sono proibitivi, forse è meglio valutare di fermarsi nei due parcheggi che stanno prima del tunnell (quelli del Fykanvatnet e del Fykantrappa) rimandando magari al giorno dopo la gita lungo la Fjellveien.
In caso contrario è fortemente consigliato affrontare questi chilometri di strada più accidentata e andare a curiosare i tesori che custodisce: le due dighe che chiudono il gigantesco lago artificiale Storglomvatnet, i sentieri verso il ghiaccio dello Svartisen, le fantasie carsiche del Láhko Nasjonalpark o i grandiosi panorami del Saltfjellet-Svartisen Nasjonalpark.