
Le mie 4 Norvegie in 444 suggerimenti.
Spunti per pianificare il viaggio
Facile dire Norvegia.
Trecentoventimila chilometri quadrati di Paese, senza contare le Svalbard e le altre isolette sparse agli altri estremi del mondo, non sono pochi.
Quanti? Come un’Italia intera, isole comprese, ma con una Sardegna in più.
Se vogliamo pianificare un viaggio in un territorio tanto esteso è quindi meglio “farlo a pezzi”.
La mia personale Norvegia è divisa in 4: Spiagge, Fiordi, Arcipelaghi ed Estremi.

ESTREMI
Nord
54.176 kmq, 82.301 abitanti
ARCIPELAGHI
Centro Nord
73.778 kmq, 439.310 abitanti
FIORDI
Centro Sud
103.424 kmq, 1.040.877 abitanti
SPIAGGE
Sud
92.421 kmq, 3.693.872 abitanti
Dentro queste queste 4 Norvegie si sparpagliano 444 “notevoli” che, pur essendo potenzialmente utili anche per un generico viaggiatore-turista, sono stati specificatamente pensati per chi è interessato alla formula di viaggio proposta da norvegiafacile.it: atterrare in un aeroporto internazionale, eventualmente raggiungere una località con un volo interno e da lì salire a bordo del mio taxi-camper seguendo il proprio percorso libero, decidendolo anche giorno per giorno, fino a raggiungere un nuovo aeroporto per lasciare il Paese con il prezioso bagaglio di “memorie di viaggio”.
Grande attenzione è stata quindi dedicata alle 18 Nasjonale Turistveger, le Strade turistiche Nazionali – che sono una garanzia di qualità di viaggio, con i loro punti panoramici, le aree di sosta e di relax – e alle attrazioni (naturali e culturali) presenti lungo il percorso o nei loro paraggi. In tutto ne ho indicate 192.
A queste si aggiungono 7 Strade panoramiche consigliate, ma non mancano anche spunti per “lasciare il camper” e coprire magari qualche tratta via mare a bordo dell’Hurtigruten o per spostarsi in treno o in bicicletta o percorrere a piedi pezzetti di strada chiusi al traffico.
Sono riportati i 38 Parchi nazionali e 50 suggerimenti su dove parcheggiare il mezzo per intraprendere da lì escursioni nei Parchi stessi.
Dentro o fuori dai parchi, vicino o lontano dalle Turistvegen sono segnalate 60 attrazioni naturali, di cui metà sono generalmente raggiungibili sulle 4 ruote, mentre le altre prevedono un’escursione a piedi, breve o lunga.
A queste si affiancano 35 attrazioni culturali, tra cui città, siti Unesco, siti archeologici, ma anche la strada storica Filefjell Kongevegen, con 4 escursioni a piedi, e una tratta ferroviaria, la Flåmsbana.
Completano i suggerimenti i 10 aeroporti internazionali (anche se solo metà, quelli del Sud, forniscono regolari servizi dall’estero), i 33 aeroporti nazionali e la linea dell’Hurtigruten.
Cliccando sul simbolo in alto a sinistra, compare un menù che permette di accendere o spegnere i diversi livelli per una più agevole consultazione. Con il simbolo in alto a destra si porta la mappa a tutto schermo. Cliccando un qualsiasi notevole si richiama la sua scheda con una o più immagini e una serie di informazioni e link di approfondimento. Nelle schede dei parchi nazionali è presente un link per scaricare il relativo depliant in formato PDF.
Ma veniamo alle mie 4 Norvegie:
1 • Spiagge. La Norvegia dei norvegesi
2 • Fiordi. La Norvegia dei turisti
3 • Arcipelaghi. La Norvegia della Norvegia
4 • Estremi. La Norvegia dei sami o di nessuno

1 • Spiagge: la Norvegia dei norvegesi
La mia prima Norvegia è quella del Sud. Include le Contee di Oslo, Østfold, Akershus, Vestfold, Telemark, Aust-Agder, Vest-Agder, Rogaland, la gran parte delle Contee di Hordaland e di Buskerund, e porzioni minori delle Contee di Hedmark e Oppland.
È la più urbanizzata e popolosa: ci vivono circa 3,7 dei poco più di 5 milioni di abitanti, con una densità media di circa 40 abitanti per kmq. Delle prime 10 città norvegesi, 8 sono situate in questa zona.
È insomma la Norvegia dei norvegesi.

Volendola sintetizzare userei il termine “Spiagge”.
Lungo le sue coste si trovano in effetti le spiagge dove si riversano i norvegesi nei mesi estivi. Le zone montuose dell’interno sono d’altro canto il loro privilegiato approdo per praticare gli sport invernali o per le escursioni del fine settimana.
Ma il sud, con i suoi 5 aeroporti internazionali (che sono anche quelli con servizi regolari durante l’anno) e i 7 porti di attracco dei grandi traghetti provenienti da Danimarca, Svezia, Germania (Oslo, Sandefjord, Larvik, Langesund, Kristiansand, Stavanger e Bergen) è anche la Norvegia dove sbarca gran parte del turismo internazionale.
In questa area ci sono le tre città più famose e visitate, Oslo, Stavanger e Bergen, ma anche sul fronte naturale non si scherza, con celeberrime attrazioni come Preikestolen (o Pulpit Rock), Kjeragbolten (la Roccia sospesa), Trolltunga (la Lingua del Troll) o le cascate dell’Hardanger.
In sostanza la questione a Sud si fa affollata, se così si può dire: le strade sono abbastanza trafficate e punteggiate di cittadine e paesotti, insediamenti produttivi e commerciali e, in prossimità delle eccellenze turistiche, si incrociano le comitive in fila per una foto.
Questo non toglie nulla all’effettiva qualità delle attrazioni né impedisce che la zona sia ricchissima di altre meraviglie naturali o “spiagge meno battute” e non esclude che si possa ad esempio intraprendere una solitaria camminata sulle alture dell’Hardangervidda – il più grande parco nazionale norvegese – incontrando solo pochi altri viandanti o qualche renna selvatica.
Il Sud include 4 Turistveger per un totale di 526 km: la piccola Jæren delle spiagge e dei fari, la lunga, sontuosa Ryfylke che dalle sponde del Ljsefjord risale verso il massiccio dell’Hardangervidda, l’Hardanger con il suo tour di cascate e l’Hardangervidda che corre sull’altopiano.
Ho segnalato 32 punti notevoli lungo le Strade turistiche; 6 parchi nazionali; 12 attrazioni naturali e 6 culturali.
In breve
Il Sud è una specie di riassunto norvegese; una spiaggia facile sulle cui sponde trovi un po’ di tutto: le sabbie e le nevi, le praterie e le cime, i trampolini di salto con gli sci e i fari, i fiordi e le isole, i ghiacciai, i boschi alpini, la taiga e la tundra.
Ma anche città con le piazze, i porti, i musei e i mercati. I norvegesi al lavoro, i norvegesi in gita, i turisti in comitiva e i viandanti solitari. E tante cascate.
Se si amano paesaggi e sapori urbani, se si vuole leggere qualche pagina della cultura e della contemporaneità norvegesi, oltre che sfogliarne qualcuna del caleidoscopico catalogo naturale, questa è forse la Norvegia sulla quale puntare.

2 • Fiordi: la Norvegia dei turisti
La seconda Norvegia include la gran parte delle Contee di Hedmark e Oppland, porzioni delle Contee di Hordaland e di Buskerund, le Contee di Sogn og Fjordane, Møre og Romsdal e quasi interamente la Contea di Trøndelag.
È una sorta di originale reinterpretazione della precedente ma, passatemi il termine, in versione “più norvegese”. I fiordi sono più fiordi, i ghiacciai più ghiacciai, le montagne più montagne… le città meno città.

I principali centri urbani sono Trondheim e Ålesund, rispettivamente quarta e nona città norvegese con 180mila e 52mila abitanti. Cifre che la dicono lunga sul tasso di urbanizzazione.
In un territorio che è esteso più di Lazio, Abruzzo, Umbria, Marche, Toscana, Sardegna e Liguria messe insieme ci vivono poco più di un milione di norvegesi. La densità media precipita a 10 abitanti per chilometro quadrato.
In compenso sale la densità del turismo internazionale che evidentemente sbarca sulle “spiagge” ma mira ai fiordi.
Questa è appunto la Norvegia dei fiordi, a cominciare dal Sognfjord, il più grande fiordo europeo, con le sue due celeberrime diramazioni, il Nærøyfjord, che è anche sito Unesco, e l’Aurlandsfjorden. Ma è anche la patria del fiordo forse più famoso, ovvero il Geirangerfjord, pure sito Unesco, lambito tra l’altro dalla Geiranger-Trollstigen, una delle Strade turistiche più battute.
Le grandi navi che si insinuano nei fiordi, le processioni di pullman, di auto e camper che si incrociano sugli stretti tornanti, la calca sul binario della Flåmsbana, in attesa di salire sul treno storico che sfida le pendenze e s’inerpica fino a Myrdal, le frotte di selfisti che si danno il turno sul ciglio vertiginoso delle piattaforme panoramiche, nei mesi estivi sono scene all’ordine del giorno. Una situazione giustificata dalla spettacolarità di queste attrazioni e che comunque si limita solo ad alcuni “punti caldi”.
Di luoghi altrettanto sorprendenti e spettacolari ma meno affollati di certo non ne mancano.
Basta allontanarsi da queste poche zone ad alto tasso turistico per scoprire altri panorami mozzafiato, grandi fiordi dalle acque immobili, magnifiche vallate immerse nel silenzio o luoghi unici e ancora poco conosciuti come ad esempio la suggestiva Røros (patrimonio Unesco) con le sue case in legno e i siti minerari dai colori stupefacenti.
I fiordi sono in realtà solo l’elemento più eclatante. In questa zona ci si imbatte nello Jostedalsbreen, il principale ghiacciaio norvegese, che è anche il più grande ghiacciaio “continentale” europeo, nello Jotunheimen con le sue “26 cime di Norvegia”, le più alte del Paese, o nella sterminata distesa di zone naturali tra cui 12 Parchi nazionali che coprono un totale di 12.000 kmq, quasi come l’intero patrimonio di Parchi nazionali italiani.
Il catalogo delle strade turistiche ne conta ben 8, per 560 km totali. E non c’è che l’imbarazzo della scelta per varietà: oltre alla già citata Geiranger-Trollstigen dei fiordi e dei tornanti, si contano la Gaularfjellet delle cascate, l’Aurlandsfjellet che corre sull’altipiano per affacciarsi a precipizio sull’omonimo fiordo, la spettacolare Sognefjellet incuneata tra i parchi con vista su nevi e ghiacci, la piccola Gamle Strynefjellesvegen dagli incantevoli laghi turchese, la Valdresflye che si srotola nella tundra spianata dai venti ed è porta del maestoso Jotunheimen, la defilata Rondane che si nasconde nei boschi di conifere e serpeggia tra Parchi nazionali sconfinati e deserti, e infine l’iconica Atlanterhavsvegen, spericolata striscia d’asfalto che zompetta da un’isola all’altra, sgusciando lungo la costa e sfidando le onde dell’oceano.
Lungo le Turistveger ho segnato 59 punti notevoli ai quali si aggiungono 22 attrazioni naturali e 19 attrazioni culturali.
A Trondheim c’è l’aeroporto internazionale, ma altrettanto comodi sono quelli di Bergen e Oslo, più a Sud. In compenso 11 sono gli aeroporti per i regolari voli interni.
In breve
Se si cercano altezze e profondità, ghiacci azzurri e montagne immerse nelle nuvole, dighe e vallate, salite e discese, curve, tunnel e ponti, tornanti e precipizi, vertigini e cascate, escursioni di ogni tipo in una natura vivida e smagliante, questa è la Norvegia da mettere nel programma di viaggio.

3 • Arcipelaghi: la Norvegia della Norvegia
La Contea del Nordland è la porta di ingresso verso il Nord.
In realtà basta superare Snåsa, 150 km a Nord di Trondheim, per capire che si sta entrando in un’altra Norvegia.
È la “mia” terza Norvegia, quella che coincide con la Contea di Nordland, più la gran parte della Contea di Troms a Nord, più una piccola porzione settentrionale della Contea di Trøndelag a Sud.

Qui le città più grandi sono Tromsø, con 70.000 abitanti e Bodø, con 40.000. Poi si scende ai numeri di Harstad o Mo i Rana o Narvik con i loro 20.000 abitanti o poco più.
In tutto, questa Norvegia, raccoglie 400.000 abitanti in un’area più grande di Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Valle d’Aosta presi insieme. Significa meno di 6 abitanti per kmq.
Qui si invertono anche i ruoli nella complicata, feconda relazione tra mari e monti norvegesi: non è più il mare che infiltra e si fa strada nella roccia, ma la roccia che insidia e artiglia volitiva l’oceano. Il vuoto diventa pieno e viceversa.
Il Paese intanto si stringe incuneandosi tra il mare e la Svezia, assottigliandosi fino quasi a spezzarsi nella strozzatura di Narvik, dove la distanza tra il confine svedese e il Mar di Norvegia si riduce a una ventina di chilometri. Sembra il giusto contrappunto a una sorta di processo di trasmutazione alchemica.
I massicci digradano inchinandosi al mare. La costa si scompone in isole e arcipelaghi. Le vertigini e gli abissi dei fiordi, lasciano il posto alle placide lingue di mare che si insinuano nei bassi, bassissimi fondali di spiagge, arenili, rive o morene che si fanno prateria. Le conifere cedono il passo al bosco ceduo, alla betulla nana o alla tundra.
Gli altopiani diventando ondulamenti collinosi e rocciosi che, una volta giunti all’acqua si fanno isolotti, oppure si trasformano in vette solitarie, picchi, cime dalle forme improbabili, bizzarre, curiose, che bucano la pianura o si stagliano nell’orizzonte marino.
Anche le montagne qui sono arcipelaghi.
Poi ci sono gli arcipelaghi, quelli veri, primo far tutti quello delle Lofoten, forse il luogo in assoluto più rinomato e ambito della Norvegia, quello che splende nelle fotografie delle riviste di viaggi, nelle cartoline dalla Norvegia e che imperversa negli hashtag di Instagram. Naturalmente, durante l’alta stagione, è una rotta che soffre un po’ del traffico generato da un simile successo di pubblico. Però sono talmente tante le “vie di fuga” e i luoghi nascosti tra queste isole montagnose e impervie – e che solo una spericolata ingegneria di ponti e tunnel sottomarini riesce a inanellare in una strada – che basta un escursione per ritrovarsi da soli in mezzo alla bellezza.
Ma prima di arrivare alle Lofoten si percorrono incantevoli strade deserte che conducono dolcemente tra laghi, boschi, fiordi, saltando spesso tra costa e isole; si incontrano curiose attrazioni naturali come la montagna bucata di Torghatten o il gigantesco vortice di Saltstraumen, o luoghi esclusivi come l’Arcipelago di Vega (Patrimonio Unesco).
E ancora, si entra nel Circolo polare artico, ci si imbatte nello Svartisen – il secondo ghiacciaio norvegese per estensione – con il suo immenso parco nazionale dove le montagne rialzano la testa, o nelle intime fantasie carsiche del Parco Nazionale Láhko o in quelle altrettanto riservate dello Junkerdal, del Sjunkhatten, del Rago.
Si lambiscono coste e spiagge sempre nuove e diverse, quelle di sabbia, quelle di sassetti, di sassi, di massi, di roccia che, affacciate sul mare del Nord, regalano ogni sera tramonti insulari. Si incontrano territori splendidi e semisconosciuti, come lo Steigen.
Solo dopo, con un balzo, si giunge alle Lofoten, le sfarzose, che da sole possono bastare a riempire un viaggio memorabile.
E non è finita qui. Sopra le Lofoten ci sono le Vesterålen e poi la dirimpettaia Senja, che è un’isola sì, ma sembra un arcipelago.
Infine si giunge a Tromsø e al suo arcipelago, con le promesse di Northern lights, le aurore boreali.
Le 4 Turistveger che risalgono la “terza Norvegia” mettono insieme 823 chilometri.
La Helgelandskysten, la prima che si incontra arrivando da Sud, conta da sola 433 chilometri e 6 traghetti, tanto che viene usualmente divisa in due: quella del Sud con circa 220 chilometri e 4 traghetti, e quella del Nord. È una specie di immensa terrazza panoramica distesa tra isole e penisole, distante dal traffico ordinario che viaggia all’interno, lungo la E6.
Quella delle Lofoten srotola 230 km di curve, deviazioni, tentazioni. E potrebbero essere anche molti di più, visto che praticamente ogni strada e straducola che si diparte da quella principale diventa panoramica. Da sola la Lofoten raccoglie una cinquantina degli 84 “notevoli” che ho segnato lungo le 4 Turistveger di questa Norvegia.
I 58 chilometri dell’Andøya sanno invece affascinare proprio per il loro carattere più dimesso e periferico, rispetto alla più nota e venerata sorella.
Infine l’altera Senja che si fa desiderare. La fatica che richiede per essere raggiunta, sia via terra che per mare, viene però ripagata dall’esclusività dei suoi scorci, mentre ci conduce nella “Norvegia in miniatura”.
Due strade panoramiche, 13 parchi con 19 punti di parcheggio, 17 attrazioni naturali e 5 culturali completano la dotazione dei miei 160 suggerimenti.
Sulla carta tre sono gli aeroporti internazionali (Bodø, Narvik, Tromsø) ma nessuno ha regolari voli diretti dall’estero e quindi, in sostanza, si vanno ad aggiungere ai 13 che svolgono invece regolare servizio per le tratte interne.
In breve
Questa è la Norvegia della Norvegia. Qui si esprime l’apice della sua vibrante natura. Qui squilla le sue note e i suoi silenzi sopra le chiacchiere degli umani e i loro goffi frastuoni. Norvegesi, stranieri residenti, turisti e viandanti con il loro andirivieni, che siano tanti o che siano pochi, sono solo ospiti più o meno di passaggio.
Inutile dire che questa è la Norvegia che preferisco. Attraversarla, solcarla, assisterla nel suo accadere e soprattutto viverla in camper, regala la sensazione di un’epifania: come se si stesse manifestando solo in quell’esatto momento. Sotto i tuoi occhi, solo per te.

4 • Estremi: la Norvegia dei sami o di nessuno
La mia quarta Norvegia coincide con la Contea di Finnmark, cui si aggiungono i comuni di Nordreisa e di Kvænangen, i più orientali della Contea di Troms.
È la Norvegia del grande nord, la terra dei sami, delle mandrie di renne a spasso nell’infinita, cocciuta tundra.
54.000 kmq – più di Veneto, Friuli Venezia Giulia e 2 Trentino-Alto Adige contati assieme – con 82 mila abitanti totali, fanno scendere la densità media a 1,5 abitanti per kmq.
Detto altrimenti: chilometri e chilometri senza nessuno.

Superato Skibotn ci si rende conto che si sta percorrendo l’unica strada disponibile, che ogni deviazione conduce a una strada senza uscita, a un imbarco, a un cul-de-sac, alla disorientante distesa di un parco nazionale e che bisognerà raggiungere Alta o Lakselv o Tana, per trovare una via di fuga in Finlandia, oppure arrivare fino a Kirkenes per tentare di sconfinare in Russia.
Bastano pochi chilometri nell’impressionante scenario di acqua e monti che regala la E6, lungo il suo diligente seguire l’andamento della costa, per intuire il carattere impassibile di questo territorio. È una sorta di distacco, di apatia della natura che sembra come indifferente a tutto, anche a se stessa.
Una volta raggiunta e superata Alta, quella sensazione diventa esatta consapevolezza che, qualunque sia la nostra destinazione, sarà un “finis terrae”.
In fondo, siamo nella Norvegia degli estremi.
Degli estremi climatici, prima di tutto, di clima artico e subartico con quel record di -51,6° registrato a Karasjok. E naturalmente delle conseguenti “estreme” condizioni di vita, imposte a vegetali, animali, uomini.
Degli estremi geografici, con Vadsø, la città più a Est di Norvegia (più a Est anche di Instanbul), e con Hammerfest e Honningsvåg a contendersi la palma di città “più a Nord del Mondo”.
E ancora con il terzetto di aspiranti “punte più settentrionali d’Europa”: Nordkapp, l’estremo nord “turistico”, Knivskjellodden, l’estremo nord geografico raggiungibile a piedi, Kinnerodden l’estremo nord geografico della terraferma.
D’altronde la vocazione al “finisterre” è la norma, da queste parti. Villaggi e paesi sono spesso agli estremi di strade dalle quali si esce solo tornando sui propri passi.
Una regola che vale anche per le due Strade turistiche nazionali: la Havøysund e la Varanger.
Distendono in tutto 227 km di asfalto (quando c’è) ma per percorrerle entrambe, e uscirne, bisognerà viaggiare per almeno 770 km. Potrebbe sembrare uno spreco di tempo e di pneumatici ma non lo è.
La Havøysund è breve e silente ma intensa. In una sessantina di chilometri di curve con il mare a ponente, sa snocciolare un intero, strabiliante manuale di idro-geologia mentre conduce verso l’omonimo villaggio e da qui al panorama dell’Artic view, altro punto estremo.
La Varanger è l’incarnazione perfetta del Finnmark. Tra colline d’arenaria, dune erbose, zone umide, spiagge deserte e l’immancabile tundra, la strada man mano supera cittadine e paesetti fino a lambire rocce aguzze che sembrano schiene di draghi tuffati in mare a cercare la fuga. Si restringe e si assottiglia, quasi a scomparire, mentre restano solo il pigro frangere delle onde sugli scogli, il sibilare di un vento senza ostacoli e il vociare di un’infinità di uccelli migratori che cercano qui temporaneo asilo, prima di ripartire per l’altrove. Infine si giunge ad Hamningberg, storico villaggio di pescatori ormai abbandonato, in un’atmosfera sospesa che non sai.
Un altro con-fine. Ancora un estremo.
Questa quarta Norvegia ha qualcosa di inafferrabile. Di paradossale. Da un lato sembra sempre uguale a se stessa, monotona, invariante, dall’altro ti accorgi che è sempre diversa, che non riesci a calcolarne le variazioni, le sfumature, le fantasie. Così banalmente reale eppure mitica, carica di valore simbolico.
Patria del perenne crepuscolo e del sole senza riposo è il luogo degli estremi sì, ma di estremi che si toccano e si confondono. Un luogo per eccellenza, in una specie di non-luogo.
6 parchi nazionali, 9 attrazioni naturali e 5 attrazioni culturali si aggiungono ai 17 punti notevoli segnalati lungo le Turistveger. A queste si aggiungono 2 tratti di strada particolarmente panoramici.
Kirkenes è l’aeroporto internazionale ma non fornisce servizio regolare di voli dall’estero. 10 gli aeroporti per le tratte interne.
In breve
Se la prima è la Norvegia dei Norvegesi, la seconda la Norvegia dei turisti, e la terza la Norvegia della Norvegia, questa è la Norvegia di nessuno.
Sì, ci sono i sami, ma sono i primi a camminarci in punta di piedi, a “farsi da parte”, a confondersi con il panorama come a voler sparire. Anche le masse scure e imponenti delle montagne sembrano volersi smaterializzare nelle nebbie. E le acque svanire nei riflessi del cielo.
Questa è la Norvegia dell’anima. Di quella cosa impalpabile che chiami “me”.
È i tuoi occhi che contano i verdi, i gialli e i rossi delle betulle ritorte.
È le tue mani che decifrano sassi sulla scogliera di Skogvika.
È i tuoi piedi che spingono i passi sulle salite di Magerøya.
È il tuo respiro che trepido vibra nel buio lucente di una notte boreale. E raggela felice.


La tua Norvegia comoda a selvaggia vissuta con la libertà nomade di un taxi-camper.
Un’originale proposta di viaggio per una o due persone.
16 pensieri su “Le mie 4 Norvegie in 444 suggerimenti”
Fantastico sito, pieno di spunti definiti nel dettaglio, ottime le cartine e l’interazione delle stesse con le immagini dei luoghi interessati….un sapiente lavoro quanto mai esaustivo.
Grazie !!!!!!!!!!!
Lorena
Grazie mille per il commento Lorena. Mi fa molto piacere che i miei spunti siano utili a chi, come me, non vede l’ora di andare o tornare in Norvegia per scoprire qualche nuova bellezza del suo infinito catalogo. Buona avventura norvegese!
Che opera mastodontica. Una miniera di informazioni e suggerimenti superiore a qualsiasi guida commerciale. Questa primavera/estate, Covid permettendo, andremo in Norvegia in camper fino alle Lofoten. Amo passare l’inverno a pianificare i viaggi, ma qui ho trovato tanti di quegli spunti che mi sembra di esserci già stato. Complimenti per il tuo lavoro, veramente prezioso. Cordiali Saluti, Daniele
Grazie del commento, Daniele. Felice che i miei appunti ti siano utili! Prima o poi pubblicherò un aggiornamento della mappa, che in questi anni si è arricchita di suggerimenti escursionistici e di “punti di sosta”… Buona programmazione e soprattutto buona Norvegia (quando sarà il momento… e chissà che non ci si incroci lì, l’anno prossimo)!
Ciao!!
Ci siamo incontrati su uno dei tanti traghetti e la tua passione, il tuo amore per la Norvegia già ci erano noti. Leggere le tue parole ci ha emozionato. Come era prevedibile nel nostro passaggio attraverso la tua 3^ e 4^ Norvegia non siamo riusciti a vedere tutto quello che racconti. Ottimo motivo, per tornare e magari rincontrarti. Bella la tua idea di viaggio, bella l’opportunità che offri. Rientrati da un viaggio così emozionante posso proprio dire che mai come in Norvegia il camper è il mezzo perfetto. Complimenti e buona vita in viaggio in Norvegia.
Ciao Monia, mi ricordo benissimo di voi! Bello leggerti… e grazie mille per le tue generose parole! Anch’io sono rientrato da poco dal “tour nordico” dove ho potuto approfondire la conoscenza di questo Paese spettacolare e sempre sorprendente. Spero di riuscire a condividere a breve qui qualche nuova info e materiale foto-video, tra i tanti raccolti, aggiornando anche mappe e suggerimenti. In attesa di rincontrarvi sulle strade di Norvegia auguro a te e a voi tutti i migliori viaggi quotidiani e giorni densi di serena felicità. 🙂
Grazie una documentazione molto dettagliata che seguirò sicuramente. Ci sono moltissimi posti che nonostante abbia visitato la Norvegia per 8 volte non conoscevo. Grazie di nuovo e buona giornata. PS avete qualcosa anche del paesaggio lunare? Visto di sfuggita nel 2017.
Grazie per il commento: sono felice che la mappa sia utile! Del “paesaggio lunare” non so nulla… anzi sono molto curioso di saperne di più: dove si trova? Buon a serata a lei!
La Norvegia va visitata almeno una volta nella vita, il segreto del suo fascino è straordinariamente semplice:
è un paese bellissimo.
Sono perfettamente d’accordo! Una cosa così semplice, eppure così difficile da rendere a parole o con le immagini. Difatti bisogna andarci… e tornarci! 🙂
Io ho la Norvegia nel cuore, l’ho interamente percorsa in bicicletta dal confine svedese a Capo Nord. Ho conosciuto persone stupende e visto posti meravigliosi. Leggendo le tue note ho scoperto che dovrò ritornarci.
In bicicletta credo che regali sensazioni ed emozioni speciali, a me sconosciute… ma penso che per tutti sia sempre un viaggio del tutto personale e unico. Felice di aver alimentato nuove curiosità e spero che le mappe e i suggerimenti possano aiutare nel programmare la prossima avventura. Grazie davvero per il commento… e buon viaggio!
Ho impiegato qualche ora e molta attenzione per leggere attentamente quanto hai scritto sull’amata Norvegia. Devo farti i miei più sinceri complimenti per la passione, l’amore, l’attenzione e conoscenza con cui hai saputo donarci tutto questo. Grazie di cuore Fabio.
Grazie davvero! Come ben sai anche tu è un Paese che rapisce… e che amiamo raccontare condividendo.
Ottimo articolo, complimenti.
Grazie! 🙂